Il Prefetto visita la Facoltà di Teologia San Isidoro a Siviglia (Spagna)

Seviglia

Il 3 ottobre il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ha presieduto l'apertura dell'anno accademico 2019-2020 delle istituzioni universitarie dell'Arcidiocesi di Siviglia tra cui anche della nuova Facoltà di Teologia San Isidoro di Siviglia. 

La giornata è iniziata con la celebrazione dell'Eucaristia, presieduta dal cardinale Versaldi, nella cappella del locale Seminario Metropolitano. Più tardi si è svolto l'atto accademico, presentato dall'Arcivescovo di Siviglia, monsignor Juan José Asenjo Pelegrina. Il Prefetto ha tenuto la lezione inaugurale dove ha parlato del valore della scienza teologica nella missione della Chiesa nel contesto attuale.

Il Cardinale nel suo discorso inaugurale, ha osservato quanto oggi la fede sembri avere la tendenza a favorire, molto più l’esperienza che la riflessione, molto più la mistica (intesa come esperienza diretta di Dio) che la teologia (intesa come riflessione sistematica della Rivelazione). Pertanto, si osserva un certo discredito verso la scienza teologica e verso il sistema dottrinale, che è il suo frutto, quasi insinuando che il pensiero (cogitare) sia un ostacolo all'adesione della fede poiché potrebbe racchiudere Dio nei limiti della ragione umana. Secondo lui, non si tratta di opporre la fede alla ragione, ma di integrare i due termini affermando chiaramente la superiorità del mistero che trascende la ragione umana, ma che non può essere accettato dalle creature umane, ma solo attraverso una ragione aperta alla trascendenza. In effetti, senza l'uso della ragione critica, il dono della fede potrebbe essere fuorviante, come evidenziato da quelle esperienze religiose che non arrivano a credere nel vero Dio, ma che aderiscono agli idoli con il risultato dell'inganno di un'esperienza magica del soprannaturale. Il dono della fede, secondo la migliore tradizione teologica, deve essere razionale (rationabile obsequium) perché, come ricordato dal primo Concilio Vaticano, nella Costituzione Dei Filius, ciò è conforme alla ragione (obsequium rationi consentaneum).

Come è stato notato, il dialogo tra fede e ragione ebbe una profonda crisi o una maggiore rottura all'inizio del diciassettesimo secolo con l'arrivo della cultura illuminista, sebbene le cause fossero iniziate molto prima. L'illuminismo, nel suo significato più generale, è stato affermato come una nuova visione dell'uomo e del mondo in cui la creatura umana ha proclamato la propria autosufficienza sia nel pensare che nell'agire attraverso la propria ragione, senza doversi sottomettere ad alcuna autorità divina o umana. Nacque così una religione naturale che accantonò ogni rivelazione dall'alto e qualsiasi insegnamento istituzionale. La Chiesa (così come le istituzioni statali basate sul suo principio di autorità assoluta) trovò difficile rispondere a questi nuovi casi poiché era priva di riflessione teologica dopo la sintesi tomistica, preoccupandosi maggiormente di accentuare le sue strutture istituzionali e legali (per non parlare degli abusi dei suoi membri in contraddizione con le norme canoniche). Tutti questi fattori si manifestarono drammaticamente al tempo della Riforma protestante all'interno della Chiesa e dopo la Rivoluzione francese che segnò la vita sociale e religiosa di quei secoli.

Con il Concilio Vaticano II la Chiesa ha creato uno spazio importante per una ricerca teologica in grado di aiutare il risveglio religioso (nonostante sia ambiguo) e offrire agli uomini del nostro tempo un modo per scoprire in maniera critica e responsabile il messaggio rivelato in Gesù Cristo e come aiuta rispondere alle domande più profonde dello spirito umano che ogni epoca storica provoca. Una teologia aiuta la ragione, rispettando il mistero di Dio, di portare la mente umana alla luce del Logos.

Il Cardinale successivamente ha indicato, che è evidente che con la Veritatis gaudium Papa Francesco vuole intervenire direttamente nel campo specifico degli studi ecclesiastici affinché partecipino anche alla cosiddetta "conversione pastorale e missionaria" di tutta la Chiesa.

Papa Francesco non si accontenta di inserire, come è logico, i collegi e le università ecclesiastiche in questo processo generale di trasformazione missionaria della Chiesa, ma gli affida un compito specifico e un ruolo strategico. In effetti, gli studi ecclesiastici “non dovrebbero solo offrire luoghi e itinerari per la formazione qualificata di sacerdoti, consacrati e laici impegnati, ma costituire anche una sorta di laboratorio culturale provvidenziale”.

È in questo laboratorio culturale che si svolge il dialogo tra la fede e ragione che consente l'inculturazione della fede e l'evangelizzazione delle culture. Papa Francesco invita gli studiosi, a cominciare dai teologi, a impegnarsi nel promuovere ciò che egli chiama ardentemente "coraggiosa rivoluzione culturale" poiché è "ogni giorno più evidente la necessità di un'autentica ermeneutica evangelica per comprendere meglio la vita, il mondo, gli uomini, non di una sintesi ma di un'atmosfera spirituale di ricerca e certezza basata sulle verità della ragione e della fede” (VG, Proem, III).

Per chiarire ulteriormente il pensiero sul cambiamento missionario negli studi ecclesiastici, Papa Francesco indica quattro criteri per il rinnovo e il rilancio del contributo che istituzioni ecclesiastiche devono dare.

Il primo criterio che Papa Francesco indica è direttamente collegato alla sostanza del messaggio generale che caratterizza il suo insegnamento: ogni aspetto della vita della Chiesa, deve essere collegato al cuore di Kerigma. Il secondo criterio indicato dal Papa è il dialogo a tutti i livelli. Il terzo criterio che lui ci dà, è una conseguenza del precedente: "l'inter- e la transdisciplinarietà esercitate con saggezza e creatività alla luce della Rivelazione" (VG, Proemio, 4c). Il quarto criterio indicato dal Pontefice è "l'urgente necessità di creare reti tra le diverse istituzioni, in qualsiasi parte del mondo, coltivare e promuovere gli studi ecclesiastici" (VG, Proemio, 4d).

Le riflessioni di Papa Francesco indicano la direzione in cui la teologia può svilupparsi e può dare il suo contributo specifico e insostituibile alla missione evangelizzatrice della Chiesa. Egli invita la teologia a non essere "della scrivania", ma successivamente riprende un'altra immagine per apprezzare "la teologia che si fa in ginocchio" (cfr. Concistoro, 21 febbraio 2014). Si tratta principalmente di proporre una mentalità diversa nella ricerca teologica. Come qualcuno ha sottolineato, ci sono approcci diversi nella ricerca della verità e della sua comunicazione, che le scienze del linguaggio moderno hanno dimostrato.

 

Segue l’Omelia del Card. Giuseppe Versaldi, Homilía inauguración año académico, a Sevilla 3 ottobre 2019

Segue il discorso del Card. Giuseppe Versaldi, El valor de la ciencia teológica en la misión de la iglesia en el contexto actual, a Sevilla 3 ottobre 2019

 

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